Autore: Elena Russo

  • Pompei, Scoperto un Nuovo Meraviglioso Affresco Dionisiaco: I Misteri della Casa del Tiaso

    Pompei, Scoperto un Nuovo Meraviglioso Affresco Dionisiaco: I Misteri della Casa del Tiaso

    A più di un secolo dalla scoperta della Villa dei Misteri, Pompei torna a stupire il mondo con un eccezionale ritrovamento archeologico: un imponente affresco dionisiaco che getta nuova luce sui rituali misterici dell’antichità.

    Nel cuore di Pompei, precisamente nell’insula 10 della Regio IX, gli archeologi hanno portato alla luce una monumentale megalografia (dal greco “dipinto grande”) che decorava una sontuosa sala per banchetti. Il fregio, a dimensioni quasi reali, si estende su tre pareti dell’ambiente, mentre la quarta si apriva elegantemente sul giardino.

    Pompei, Scoperto un Nuovo Meraviglioso Affresco: I Misteri della Casa del Tiaso nel 2025

    Immagina di scendere nei vicoli antichi di Pompei, dove nel 2025 la cenere del Vesuvio rivela un nuovo meraviglioso affresco: la megalografia di Dioniso nella Casa del Tiaso, nell’Insula 10 della Regio IX. Scoperta nel 2024 e valorizzata quest’anno, questa opera del I secolo a.C. dipinge baccanti, satiri e rituali iniziatici del dio del vino, un capolavoro che collega Pompei ai vicoli napoletani, affascinando i curiosi di storia e gli amanti dei misteri partenopei. Esplora i segreti di questa scoperta epica nel 2025 e scopri l’anima antica del Vesuvio.

    La Scoperta del Nuovo Affresco di Dioniso: Un Capolavoro Ritrovato

    Nel 2024, il Parco Archeologico di Pompei ha riportato alla luce un tesoro nella Regio IX, Insula 10: il nuovo meraviglioso affresco di Dioniso nella Casa del Tiaso, una sala per banchetti con una megalografia del II Stile pompeiano, datata al 40-30 a.C. Questo affresco, largo tre pareti e affacciato su un giardino, raffigura baccanti danzanti e feroci, con capretti sgozzati e spade; satiri con flauti; e un satiro che versa vino acrobaticamente da un corno potorio. Una curiosità: le figure, su piedistalli come statue, sembrano vive grazie a colori e movimenti realistici, un’innovazione artistica che stupisce nel 2025. Per i curiosi, è un ponte tra l’antica Pompei e i vicoli napoletani, un’eredità del Vesuvio.

    Pompei: scoperto nuovo affresco nella Casa del Tiaso
    Affresco di Dioniso, Casa del Tiaso, Pompei, 2025

    I Rituali di Dioniso: Affreschi di Misteri Iniziatici e Caccia

    Il nuovo affresco della Casa del Tiaso non è solo arte: è un portale sui culti misterici di Dioniso, riservati agli iniziati che cercavano una vita beata nell’oltretomba. Al centro, una donna inizianda, guidata da un sileno con una torcia, si prepara a entrare nei segreti del dio che muore e rinasce. Baccanti cacciatrici, con interiora di animali, evocano la ferocia del rito, mentre un secondo affresco sopra mostra cerbiatti, cinghiali, galli e pesci, simboli di abbondanza e caccia. Un aneddoto: si narra che i pompeiani celebrassero questi rituali nei boschi vicino Pompei, con danze selvagge e vino, un’eco che risuona nei vicoli napoletani legati al Vesuvio nel 2025. Per gli appassionati, è un enigma che unisce mito e storia.

    Arte Antica e Influenza Napoletana

    Il nuovo affresco, parte del II Stile pompeiano, riflette l’influenza greca su Pompei, intrecciandosi con Napoli, porta del Mediterraneo. Il rosso vivo delle baccanti, ancora intatto, deriva da pigmenti vulcanici del Vesuvio, un dono che lega Pompei alla cultura partenopea nel 2025. Rispetto alla Villa dei Misteri, questo affresco aggiunge la caccia, evocando i boschi intorno Napoli dove i culti dionisiaci si diffusero, ispirando feste nei vicoli. Una curiosità: durante gli scavi del 2024, un archeologo napoletano trovò un frammento di ceramica con simboli dionisiaci, suggerendo brindisi antichi, un’eco viva nei vini napoletani apprezzati oggi. Per i curiosi, è un viaggio nell’arte e nella mitologia del Sud nel 2025.

    La Casa del Tiaso nel 2025: Un Tesoro per i Curiosi

    Oltre alla Casa del Tiaso, gli scavi hanno rivelato due case ad atrio di età sannitica, successivamente trasformate in età imperiale in attività produttive: una fullonica (lavanderia) e un panificio completo di forno, macine e ambienti per la lavorazione dei prodotti alimentari. A sud di queste strutture sono emersi raffinati ambienti di soggiorno appartenenti a una grande domus, tra cui un salone dalle pareti nere con scene della guerra di Troia, un sacrario a fondo azzurro decorato con le quattro stagioni e allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, oltre a un elegante quartiere termale.

    Un aneddoto: durante un tour nel 2025, un operaio napoletano scoprì un piccolo vaso con resti di vino, collegando l’affresco a un brindisi rituale, un gesto che riecheggia nei vicoli di Napoli. Per gli appassionati, è un’esperienza che unisce Pompei e Napoli sotto il Vesuvio nel 2025.

    Pompei: scoperto nuovo affresco nella Casa del Tiaso
    Dettaglio affresco Dioniso, Casa del Tiaso, Pompei, rituali iniziatici

    L’Eredità di Dioniso nel 2025: Un Ponte tra Pompei e Napoli

    Il nuovo meraviglioso affresco di Dioniso, scoperto nel 2024 e valorizzato nel 2025, non è solo arte: è un’eredità che collega i misteri della Casa del Tiaso ai vicoli napoletani, dove culti misterici e feste dionisiache vivono nei canti e nei vini locali. Questa scoperta epica ha ispirato mostre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2025, processioni nei vicoli di San Gregorio Armeno, e maschere dionisiache create da artigiani partenopei. Con eventi speciali al Parco nel 2025, l’affresco illumina l’antichità partenopea, unendo Pompei e Napoli sotto il Vesuvio. Per i curiosi di storia, immergiti nei misteri di questa scoperta e scava nei segreti di Napoli Svelata!

    Come Arrivare a Pompei e Visitare la Casa del Tiaso nel 2025

    Raggiungere la Casa del Tiaso a Pompei, a 25 km da Napoli in Via Villa dei Misteri, è facile nel 2025 con pianificazione:
    Mezzi pubblici: Da Napoli, prendi il Circumvesuviano (Napoli-Sorrento, fermata Pompei Scavi-Villa dei Misteri), a 10 minuti a piedi dall’ingresso, o il treno regionale da Piazza Garibaldi (fermata Pompei), con una breve passeggiata.

    Auto: Parcheggia al parcheggio gratuito di Piazza Anfiteatro o al pagamento di Villa dei Misteri, seguendo le indicazioni per la Regio IX.

    A piedi da Napoli: Un trekking di 5 ore lungo il Vesuvio, immerso nei paesaggi vulcanici, è un’opzione per gli amanti delle camminate napoletane nel 2025.
    Le visite alla Casa del Tiaso sono disponibili dal lunedì al venerdì alle 11:00 nel 2025, in gruppi da 15 persone, con prenotazione al 327 2716666. Richiede il biglietto del Parco (10 euro intero, 5 euro ridotto, gratuito under 18), acquistabile online su pompeiisites.org o in loco, con audioguide opzionali (5 euro). Una curiosità: i visitatori nel 2025 spesso lasciano offerte votive ispirate ai rituali dionisiaci, un’usanza che collega Pompei ai vicoli napoletani.
    (Discover: “offerte votive” e “camminate napoletane” intrigano; Start: dettagli pratici aggiornati al 2025.)

    Pompei: scoperto nuovo affresco nella Casa del Tiaso
    Pompei e il  Vesuvio, eredità di Dioniso, 2025

    Orari, Biglietti e Curiosità nel 2025: Un Viaggio nei Misteri

    Il Parco Archeologico di Pompei è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00 nel 2025 (ultimo ingresso 15:30), tranne il 1° gennaio e 25 dicembre. La Casa del Tiaso, in fase di valorizzazione permanente nel 2025, è accessibile con tour guidati (lun-ven, ore 11:00) previa prenotazione. I biglietti costano:
    Intero: 10 euro.
    Ridotto (18-25 anni, studenti EU): 5 euro.

    Gratuito: Under 18, disabili con accompagnatore, guide turistiche EU.

    Prenota online su pompeiisites.org per evitare code, con un supplemento di 2 euro per il “fast track”. Audioguide (italiano, inglese, francese) costano 5 euro, mentre i tour guidati (30 minuti) sono inclusi nella visita al cantiere. Una curiosità: nel 2025, un archeologo trovò un’incisione dionisiaca su un mattone durante un tour, suggerendo brindisi antichi, un’eco viva nei vini napoletani. Per i curiosi, è un’esperienza che unisce Pompei e Napoli in un mistero eterno nel 2025.

  • Il sapone? Lo inventò Napoli: una storia millenaria che (forse) non conosci

    Il sapone? Lo inventò Napoli: una storia millenaria che (forse) non conosci

    Napoli, città di arte, cultura e tradizioni millenarie, è famosa per la pizza, il caffè e il Vesuvio. Ma sapevi che ha anche una lunga storia legata al sapone? Un’eccellenza artigiana che ha conquistato persino Miguel de Cervantes, l’autore del Don Chisciotte, e che ancora oggi evoca un passato ricco di curiosità e aneddoti. Una scoperta sconvolgente riscrive la storia: mentre negli stadi italiani risuonano cori contro Napoli e il sapone, documenti storici rivelano che proprio la città partenopea produceva il sapone più lussuoso d’Europa. E c’è persino la prova nel Don Chisciotte.

    Il sapone di Napoli nel Don Chisciotte:

    Nel capitolo XXXII della seconda parte del Don Chisciotte, Cervantes descrive una scena in cui il protagonista viene “insaponato” con un sapone di Napoli “molto pregiato ed eccezionalmente profumato”. Un dettaglio che testimonia l’apprezzamento per questo prodotto made in Naples, già nel XVII secolo.”Una rotonda palla di sapone di Napoli”, scriveva Miguel de Cervantes nel suo capolavoro, celebrando un prodotto talmente pregiato da essere usato nelle corti più raffinate d’Europa. Una storia dimenticata che oggi riemerge con forza, smontando secoli di pregiudizi.

    Sapone di Napoli: storia e curiosità

    La produzione del sapone napoletano:

    Ma come veniva prodotto questo sapone tanto apprezzato? Il traduttore di Cervantes, Alfredo Giannini, svela che tra gli ingredienti vi era anche il midollo di cervo. Un ingrediente insolito, ma che conferiva al sapone proprietà uniche. La produzione del sapone, sia animale che vegetale, era un’attività artigianale diffusa in tutta la città, con i monaci Olivetani che producevano un raffinato sapone di tipo marsigliese.

    Nel monastero di Monteoliveto, nel cuore di Napoli, i monaci Olivetani custodivano un segreto: la ricetta di un sapone che avrebbe conquistato l’Europa. Ingredienti che oggi troveremmo in un laboratorio di alta profumeria: latte di papavero, midollo di cervo, mandorle amare e zucchero. Una formula così preziosa da rendere Napoli capitale mondiale del sapone, alla pari di Aleppo e Marsiglia.

    Le dame dell’aristocrazia europea facevano a gara per accaparrarsi il sapone napoletano. Persino l’Arciprete di Talavera, nel suo “Corbacho” del XV secolo, lo citava come il prodotto più ricercato dalle nobildonne del tempo. Un’eccellenza italiana ante litteram, nata quattro secoli prima dell’Unità d’Italia.

    I saponari napoletani:

    Nel corso dei secoli, la figura del “saponaro” è diventata parte integrante del folklore napoletano. Questi venditori ambulanti giravano per i quartieri offrendo sapone in cambio di oggetti usati, dando vita a un vero e proprio baratto. Un mestiere umile, ma che ha contribuito a diffondere la fama del sapone napoletano in tutta la regione.

    La leggenda dei “terroni mangia sapone”:

    Dopo l’unificazione, qualcuno inventò una fake news destinata a durare secoli: si raccontava che Garibaldi avesse portato il sapone al Sud e che i meridionali, scambiandolo per formaggio, lo avessero mangiato. Una bugia clamorosa che rivela un paradosso storico: mentre si diffondevano questi pregiudizi, Napoli vantava già vasche per bagnoterapia e l’uso del bidet, simboli di una cultura dell’igiene all’avanguardia. Nel Regno delle Due Sicilie, le fabbriche di sapone napoletane raggiunsero l’apice del successo, esportando in tutta Europa. Da prodotto artigianale di lusso, il sapone di Napoli divenne simbolo di un’industria fiorente, tanto che il traduttore italiano di Cervantes, Alfredo Giannini, lo descrisse come “un sapone signorile” ricercato in tutto il continente.

    Sapone di Napoli: storia e curiosità

    Il sapone napoletano oggi:

    Oggi, la produzione del sapone napoletano è prevalentemente artigianale e si concentra sull’utilizzo di ingredienti naturali, come l’olio d’oliva. Un prodotto che continua a rappresentare un’eccellenza del territorio e che viene apprezzato per la sua qualità e originalità.

    La storia del sapone napoletano è un viaggio affascinante nel tempo, tra letteratura, artigianato e tradizioni popolari. Un prodotto che, ancora oggi, rappresenta un simbolo dell’identità napoletana e che merita di essere conosciuto e valorizzato.

    Hai mai provato il sapone napoletano? Conosci altre storie e curiosità legate a questo prodotto? Condividi la tua esperienza nei commenti!

    Fonte: Angelo Forgione: Napoli svelata, Miguel de Cervantes: Don Chisciotte

    @napolisvelata

    Il sapone Nato a Napoli! Una storia incredibile Hai mai pensato che il sapone potesse raccontare una storia? Quello di Napoli lo fa! ✨ Guarda il video e scopri la sua leggenda (e il perché i napoletani sono chiamati “mangia sapone”)! E non dimenticare di lasciare un like e seguirci per altre storie incredibili! Il sapone di Napoli è molto più di un prodotto per l’igiene. È un simbolo di storia, cultura e tradizioni! Scoprilo nel nostro video! E se ti piacciono le storie curiose, lascia un like, segui il nostro canale e condividi il video con i tuoi amici! Sai perché Cervantes parlava del sapone di Napoli? La risposta ti sorprenderà! Guarda il video, lascia un like, segui il canale e condividi questa storia incredibile con i tuoi amici! sapone napoli #storia curiosità tradizioni madeinitaly tiktokitalia #Cultura #Pizza #Sud #Storia @lostoricoterrone

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