Tag: storia

  • Pompei Risorge: La Regina che Svelò il Segreto del Vesuvio

    Pompei Risorge: La Regina che Svelò il Segreto del Vesuvio

    Immagina una città romana dimenticata, sepolta da ceneri e lapilli per secoli, che riemerge grazie alla passione di una regina. Pompei, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è oggi un Patrimonio Unesco, ma chi l’ha strappata all’oblio? Non fu solo un caso: dietro la sua riscoperta c’è Carolina Bonaparte, una donna che trasformò tombaroli in archeologi e fece di Napoli il cuore di un’impresa epica. Preparati a viaggiare nel tempo, tra scavi, tesori e un sogno che ha cambiato la storia.

    Il Vesuvio Colpisce: La Fine di Pompei

    Era il 24 agosto del 79 d.C. quando il Vesuvio eruttò, seppellendo Pompei sotto 6 metri di cenere e lapilli. Case, templi, vite: tutto svanì in poche ore. Per secoli, il mondo dimenticò quella tragedia, fino a quando, nel III secolo, l’imperatore Alessandro Severo (222-235) ordinò i primi scavi. Ma lo strato di detriti era troppo spesso: il progetto fallì, e Pompei rimase un enigma sommerso.

    Primi Segni: Un Canale Rivela il Passato

    Nel 1594, durante la costruzione di un canale idrico, operai napoletani si imbatterono in qualcosa di straordinario: mura antiche, iscrizioni, monete romane. Nessuno capì che erano i resti di Pompei. Fu solo un assaggio casuale, un sussurro dal passato ignorato per altri 150 anni. Poi, nel 1748, tutto cambiò.

    I Tombaroli di Carlo di Borbone

    Nel 1748, Carlo di Borbone, re di Napoli, ordinò i primi scavi ufficiali. Ma non era scienza: era una caccia al tesoro. Squadre di “tombaroli” scavavano cunicoli sotterranei, i cosiddetti “cunicoli borbonici”, per recuperare statue, mosaici e gioielli da esporre nel Museo di Portici. Ciò che non serviva? Ricoperto o abbandonato. “Un saccheggio più che uno studio,” scrisse uno storico. Eppure, quei tunnel rivelarono al mondo che Pompei esisteva ancora.

    Scavi di Pompei: Carolina Bonaparte e la Riscoperta
    Cunicolo borbonico negli scavi di Pompei, 1748

    Carolina Bonaparte: La Regina Archeologa

    Poi arrivò lei: Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e regina di Napoli dal 1808 al 1815 accanto a Gioacchino Murat. Appassionata di archeologia, trasformò gli scavi in un’impresa moderna, In una città con una lunga storia di fermento, come la rivolta di Masaniello e segnata dalla breve ma influente della Repubblica Napoletana.

    Carolina trasformò gli scavi in un’impresa moderna. Appena messo piede a Napoli, tracciò il perimetro della città sepolta e finanziò campagne sistematiche. “Pompei non è solo un tesoro, è la nostra storia,” disse, ordinando ai soldati di unirsi agli zappatori. Nel 1813, 532 uomini lavoravano al sito: un vero esercito della scoperta.

    Scavi di Pompei: Carolina Bonaparte e la Riscoperta
    Carolina Bonaparte, regina di Napoli e appassionata di Pompei

    Scoperte che Incantano

    Sotto la guida di Carolina, Pompei tornò alla luce. Nel Tempio di Iside trovarono amuleti che la fecero esultare; in Via dei Sepolcri, nel 1811, spuntarono 69 monete d’oro e 115 d’argento. La regina premiò gli scavatori con 150 ducati e regalò reperti ad amici e parenti. Ogni settimana visitava il sito, a volte “ritrovando” tesori appositamente rinterrati per lei. Nel palazzo reale, un mosaico di Ercolano divenne il suo trofeo personale.

    Scavi di Pompei: Carolina Bonaparte e la Riscoperta
    Monete d’oro di Pompei scoperte nel 1811

    Un Metodo Nuovo: Da Caos a Scienza

    Carolina non si limitò a scavare: volle ordine. Incaricò l’architetto François Mézois di seguire i lavori, e lui documentò tutto nel volume Le rovine di Pompei disegnate e misurate (1824), un capolavoro di disegni e incisioni. Dopo di lei, Michele Arditi introdusse un piano razionale: niente più buchi a caso, ma scavi casa per casa, lungo le strade antiche. Nacque così l’archeologia moderna.

    L’Addio di Carolina

    Nel 1815, con la caduta di Murat, Carolina dovette fuggire da Napoli. Poco prima, mostrò orgogliosa i resti di Pompei a suo fratello Girolamo e ai reali di Spagna. Come Cornelia con i suoi figli, indicava le rovine come i suoi “gioielli”. Murat fu fucilato, e lei si ritirò come Contessa di Lipona (anagramma di Napoli), ma il suo lascito sopravvisse: Pompei era viva.

    Pompei Oggi: Un Eredità Viva

    Oggi, Pompei attira milioni di visitatori e dal 1997 è Patrimonio Unesco. Esplora il sito ufficiale del Parco Archeologico di Pompei per scoprire le sue meraviglie, rese possibili da Carolina Bonaparte. Nel 2025, mentre cammini tra le sue strade, ricorda la regina che trasformò un sogno in realtà. Quale segreto di Pompei ti affascina di più? Scopri altre storie su Napoli Svelata!

  • La Madre Arrivò Troppo Tardi: Il Dramma del Giovane Re Corradino, l’Ultimo Svevo Giustiziato a Napoli

    La Madre Arrivò Troppo Tardi: Il Dramma del Giovane Re Corradino, l’Ultimo Svevo Giustiziato a Napoli

    Corradino di Svevia, l’ultimo erede degli Hohenstaufen, giustiziato a soli 16 anni in Piazza del Mercato. Una storia di potere, tradimento e tragedia nel cuore della Napoli medievale.

    In una fredda mattina di ottobre del 1268, Piazza del Mercato a Napoli fu teatro di uno degli eventi più drammatici della storia medievale italiana. Un giovane di appena sedici anni, erede di una delle più potenti dinastie europee, venne condotto al patibolo. Il suo nome era Corradino di Svevia, e la sua esecuzione avrebbe segnato la fine di un’epoca.

    Le Origini di un Giovane Re

    Nato nel 1252 nel castello di Landshut, in Baviera, Corradino portava nelle vene il sangue di due delle più influenti famiglie del tempo. Suo padre, Corrado IV, era figlio del leggendario Federico II di Svevia, mentre sua madre, Elisabetta di Wittelsbach, apparteneva alla nobile casata di Baviera.

    Il destino lo pose sul trono ancora bambino: a soli due anni divenne duca di Svevia, re di Sicilia come Corrado II e re titolare di Gerusalemme come Corrado III. Un’eredità pesante per un bambino che sarebbe cresciuto lontano dai territori su cui, formalmente, regnava.

    La Chiamata del Sud: Un Destino Segnato

    Nel 1266, quando Corradino aveva appena quattordici anni, il Sud Italia era in fermento. La morte di Manfredi, suo zio, aveva lasciato un vuoto di potere che Carlo d’Angiò aveva prontamente colmato. Ma i ghibellini, fedeli alla causa imperiale, non accettavano il dominio angioino.

    Fu in questo contesto che giunse a Corradino la chiamata dall’Italia. I suoi sostenitori vedevano in lui l’ultima speranza per restaurare il potere svevo nel Mezzogiorno. Il giovane re, forse spinto dall’ardore giovanile o dal peso del suo nome, accettò la sfida.

    La Battaglia di Tagliacozzo: Il Giorno che Cambiò Tutto

    Il 23 agosto 1268 rappresentò il momento decisivo. Presso Tagliacozzo, l’esercito di Corradino si scontrò con le forze di Carlo d’Angiò. Inizialmente, la fortuna sembrò sorridere al giovane svevo: i suoi uomini, individuando un cavaliere con le insegne reali (in realtà Henry de Cousances travestito), credettero di aver ucciso Carlo d’Angiò.

    Ma fu proprio questo apparente successo a segnare la loro rovina. Mentre i ghibellini festeggiavano la presunta vittoria, Carlo d’Angiò sferrò l’attacco decisivo con 800 cavalieri tenuti in riserva. La sorpresa fu totale: l’esercito di Corradino, colto impreparato, venne massacrato.

    Gli Ultimi Giorni: Dal Tradimento alla Tragedia

    La fuga di Corradino fu breve e umiliante. Tradito da chi avrebbe dovuto proteggerlo, venne catturato e condotto in catene a Napoli. Il processo che seguì fu una mera formalità: quale crimine poteva essere imputato a un giovane che cercava solo di reclamare il suo legittimo diritto al trono?

    Il 29 ottobre 1268, Piazza del Mercato si riempì di una folla silenziosa. Corradino, con dignità regale nonostante i suoi sedici anni, salì sul patibolo. Prima dell’esecuzione, secondo la leggenda, lanciò il suo guanto tra la folla: un gesto simbolico raccolto da Giovanni da Procida, che avrebbe poi contribuito alla rivolta dei Vespri Siciliani.

    Corradino di Svevia, L'Incredibile Storia del re bambino
    Decapitazione di Carradino di Svevia a Piazza mercato a Napoli, tratta dal Codice Chigi.

    L’Eredità di un Re Bambino

    La morte di Corradino segnò più di una fine: non solo si estinse la dinastia degli Hohenstaufen, ma si chiuse definitivamente un’epoca della storia italiana. Il suo sacrificio non fu vano: la brutalità della sua esecuzione contribuì a alimentare il malcontento contro il dominio angioino, culminato poi nei Vespri Siciliani del 1282.

    Il Mistero della Sepoltura: Un Viaggio attraverso i Secoli

    Dopo l’esecuzione, il corpo di Corradino subì un destino tanto travagliato quanto misterioso. Inizialmente, venne sepolto sotto un cumulo di pietre vicino al mare, un trattamento simile a quello riservato a suo zio Manfredi. La storia prende però una svolta commovente con l’arrivo della madre di Corradino a Napoli.

    Giunta troppo tardi per salvare il figlio, la madre ottenne da Carlo d’Angiò il permesso di dare al giovane una sepoltura cristiana nella Basilica del Carmine Maggiore, accompagnando il gesto con generose donazioni per la celebrazione di messe in memoria del figlio. Esistono però versioni contrastanti, con alcune fonti che suggeriscono che la madre abbia invece riportato il corpo in Germania.

    Nel XVII secolo, l’erudito napoletano Carlo Celano documentò una scoperta straordinaria: durante alcuni lavori all’altare della basilica, venne rinvenuta una cassa di piombo con le iniziali “R.C.C.” (interpretate come “Regis Corradini Corpus”). All’interno, le ossa di un giovane con il cranio separato dal corpo e posto sulla cassa toracica, accompagnate da una spada.

    Il Monumento del 1847: Un Tributo Romantico

    Nel 1830, la storia di Corradino catturò l’immaginazione del principe Massimiliano di Baviera, che decise di commissionare un degno monumento funebre per il giovane re. Il progetto si concretizzò nel 1847, quando, dopo alcune ricerche, venne identificato quello che si credeva essere il sarcofago originale sotto l’altare principale.

    Il monumento, inizialmente progettato dal celebre scultore danese Bertel Thorwaldsen e completato dal bavarese Pietro Schoepf dopo la morte del primo, rappresenta Corradino in piedi, con la mano sinistra sul fianco e la destra sull’elsa di una spada. La statua è arricchita da bassorilievi che mostrano il congedo del giovane dalla madre e dal suo compagno d’armi Federico di Baden.

    Corradino di Svevia, L'Incredibile Storia del re bambino
    statua di Corradino di Svevia nella Chiesa del Carmine a Napoli

    Un Tentativo di Trafugamento nel 1943

    Un episodio poco noto ma significativo avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1943, un gruppo di soldati tedeschi tentò di riesumare le ossa di Corradino per portarle in Germania. Non sapendo che i resti erano conservati nel basamento della statua, il loro tentativo fallì, ma causò danni alle epigrafi che circondavano il sepolcro.

    Un Dettaglio Sorprendente: La Firma del Giovane Re

    Un aspetto poco noto della storia di Corradino emerge da un documento conservato nell’Archivio di Stato di Pisa: la sua firma autografa in latino, datata 14 giugno 1268. Questa preziosa testimonianza rivela non solo che il giovane re sapeva scrivere, ma che possedeva una discreta padronanza del latino, segno di un’educazione raffinata nonostante la giovane età.

    Corradino di Svevia, L'Incredibile Storia del re bambino
    La firma di Corradino di Svevia

    Oggi, una statua nella Basilica del Carmine Maggiore ricorda il giovane re. La sua storia continua a emozionare e a ricordare come, anche nella Napoli medievale, il destino di un intero regno potesse dipendere dalle azioni di un sedicenne che osò sfidare uno dei più potenti uomini d’Europa.

    Domande Frequenti su Corradino di Svevia

    D: Quanti anni aveva Corradino quando fu giustiziato? R: Corradino aveva solo 16 anni quando fu decapitato in Piazza del Mercato a Napoli.

    D: Perché Corradino venne in Italia? R: Fu chiamato dai ghibellini nel 1266 per reclamare il trono di Sicilia dopo la morte di suo zio Manfredi.

    D: Dove si trova oggi il ricordo di Corradino a Napoli? R: Una statua commemorativa si trova nella Basilica del Carmine Maggiore, vicino a Piazza del Mercato dove avvenne la sua esecuzione.

    D: Chi era l’avversario di Corradino? R: Il suo principale avversario fu Carlo I d’Angiò, che aveva preso il controllo del Regno di Sicilia.

    Bibliografia e Fonti

    Per la stesura di questo articolo sono state consultate le seguenti opere:

    • Pietro Novi, Scavamento delle ceneri del principe Corradino di Svevia e loro traslazione nel monumento a lui eretto nella Reale Chiesa del Carmine Maggiore in Napoli, Napoli, 1847
    • Carlo Celano, Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli, volume VI, Napoli, 1870
    • Sybille Kreisel, I monumenti funebri di Corradino di Svevia a Napoli e Augusto Von Platen a Siracusa, Edizioni Incontri, 23 (2018)
    • Antonio Parlato, Corradino di Svevia. L’ultimo ghibellino
    • Domenico Colasante, Giornata fatale. 23 agosto 1268: la battaglia di Tagliacozzo
    • Cosimo Candita, Corradino di Svevia e il regno del sole
    • Enciclopedia Treccani: voce “Corradino di Svevia” – Federiciana

    © riproduzione riservata.

  • Il Segreto del Castello più Romantico di Napoli: Viaggio tra Amore e Storia

    Il Segreto del Castello più Romantico di Napoli: Viaggio tra Amore e Storia

    Scopri perché Castel dell’Ovo e Borgo Marinari sono la meta preferita degli innamorati a Napoli. Guida completa ai luoghi più romantici, ristoranti vista mare e tramonti mozzafiato.

    C’è un luogo a Napoli che sta facendo impazzire Instagram: un castello sul mare dove ogni sera, al tramonto, decine di coppie si danno appuntamento per vivere un momento magico. Non è solo un monumento storico, è diventato il simbolo dell’amore in città, con oltre 100.000 foto condivise nell’ultimo anno sui social.

    Castel dell’Ovo: Una Fortezza d’Amore sul Mare

    Il Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli, si erge maestoso su un’isoletta di tufo nel Golfo di Napoli. La sua storia millenaria, intrisa di leggende e misteri, ne fa una delle attrazioni più affascinanti della città. Il nome stesso del castello racconta una storia intrigante: secondo la leggenda, il poeta Virgilio nascose un uovo magico nelle fondamenta della fortezza, dal quale dipenderebbero le sorti dell’intera città.

    L’Incanto del Borgo Marinari

    Adiacente al castello, il Borgo Marinari rappresenta l’essenza del romanticismo napoletano. Questo piccolo villaggio di pescatori, con le sue case dai colori pastello e i caratteristici vicoli acciottolati, offre uno scenario da favola per le coppie. I numerosi ristoranti storici, affacciati direttamente sul mare, propongono le migliori specialità della tradizione gastronomica partenopea in un’atmosfera intima e suggestiva.

    Castel dell'ovo il luogo  più Romantico di Napoli

    Un Tramonto da Sogno

    Il momento più magico per visitare questo angolo di Napoli è sicuramente il tramonto. Quando il sole inizia a calare all’orizzonte, il cielo si tinge di sfumature rosa e arancioni, creando uno spettacolo naturale che si riflette sulle acque del golfo. Le coppie possono godere di questo spettacolo dalla terrazza panoramica del castello o passeggiando lungo il molo del borgo.

    Esperienze Romantiche da Non Perdere

    Il complesso di Castel dell’Ovo e Borgo Marinari offre infinite possibilità per creare momenti romantici indimenticabili. Le coppie possono:

    • Esplorare gli antichi corridoi del castello, immergendosi nella sua storia millenaria
    • Gustare una cena romantica in uno dei rinomati ristoranti del borgo con vista sul mare
    • Passeggiare al tramonto lungo il molo, ammirando il panorama del Golfo di Napoli
    • Fotografare scorci suggestivi con lo sfondo del Vesuvio

    La Magia della Sera

    Con il calare della notte, il borgo si trasforma in un luogo ancora più incantevole. Le luci soffuse dei ristoranti e dei locali si riflettono sulle acque tranquille del porto turistico, creando un’atmosfera magica. Il profumo della cucina tradizionale si mescola alla brezza marina, mentre il suono delle onde che si infrangono dolcemente sugli scogli fa da sottofondo a momenti di pura poesia.

    Informazioni Pratiche

    Il Castel dell’Ovo è aperto tutti i giorni e l’ingresso è gratuito. Il Borgo Marinari è accessibile in qualsiasi momento e ospita alcuni dei migliori ristoranti di pesce della città. La zona è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e offre diverse possibilità di parcheggio nelle vicinanze.

    Questo luogo incantato rappresenta l’essenza del romanticismo napoletano, dove storia, cultura e natura si fondono creando un’atmosfera unica al mondo. Che siate in cerca di una location per una proposta di matrimonio, per festeggiare un anniversario o semplicemente per trascorrere una serata speciale, Castel dell’Ovo e il Borgo Marinari sapranno regalarvi ricordi indimenticabili nel cuore di una delle città più romantiche d’Italia.

    Castel dell'ovo il luogo  più Romantico di Napoli

    Eventi e Momenti Speciali a Castel dell’Ovo e Borgo Marinari

    Matrimoni da Favola

    Castel dell’Ovo è una delle location più richieste per i matrimoni a Napoli. La terrazza panoramica del castello offre una vista mozzafiato sul golfo, rendendo ogni cerimonia un evento indimenticabile. Molte coppie scelgono di pronunciare il loro “sì” al tramonto, quando la luce naturale crea un’atmosfera particolarmente suggestiva. Il Comune di Napoli ha dedicato alcuni spazi del castello proprio alla celebrazione di matrimoni civili, trasformando questa location storica in un luogo dove nascono nuove storie d’amore.

    Festival ed Eventi Culturali

    Durante l’anno, il castello ospita numerosi eventi culturali che arricchiscono l’esperienza dei visitatori:

    • Il “Festival del Cinema di Mare” in estate
    • Mostre d’arte contemporanea nelle sale storiche
    • Concerti di musica classica al tramonto
    • Rievocazioni storiche che riportano in vita le antiche leggende del castello

    Le Notti Magiche del Borgo

    Il Borgo Marinari si anima particolarmente durante le serate estive, quando i locali organizzano eventi speciali:

    • Degustazioni di vini locali sotto le stelle
    • Serate di musica dal vivo nei ristoranti storici
    • Eventi gastronomici dedicati alla cucina tradizionale napoletana
    • Spettacoli di artisti di strada che rendono l’atmosfera ancora più magica

    La Festa di San Giovanni

    La festa di San Giovanni, protettore dei pescatori, è uno degli eventi più attesi dell’anno. Il borgo si veste a festa con luci, decorazioni e processioni tradizionali. È un momento in cui si può vivere appieno l’autenticità delle tradizioni marinare napoletane.

    Capodanno Romantico

    Il Capodanno a Castel dell’Ovo e Borgo Marinari è un’esperienza unica. La location offre una vista privilegiata sui fuochi d’artificio che illuminano il golfo di Napoli. I ristoranti del borgo propongono menù speciali per l’occasione, permettendo alle coppie di iniziare il nuovo anno in un’atmosfera davvero magica.

    Un Set Cinematografico Naturale

    La bellezza di questo luogo ha attirato nel tempo numerose produzioni cinematografiche. Molti film e serie TV hanno scelto Castel dell’Ovo e il Borgo Marinari come location per scene romantiche, contribuendo a consolidarne la fama di luogo dell’amore per eccellenza.

    Castel dell'ovo il luogo  più Romantico di Napoli

     
Exit mobile version