Rattuso, la parola proibita della lingua napoletana torna alla ribalta grazie ai giovani creator di TikTok e Instagram, rivelando un universo di significati nascosti nella cultura partenopea.
Immaginate di poter racchiudere in una sola parola un intero comportamento, un’attitudine così specifica da essere immediatamente riconoscibile. Il napoletano “rattuso” fa esattamente questo, descrivendo con precisione chirurgica quella figura tanto comune quanto discutibile: l’uomo dalla malizia fastidiosa e dai comportamenti inappropriati.
“Quello è un vecchio rattuso” – è una delle frasi più ricorrenti nei vicoli di Napoli, ma la vera sorpresa è scoprire che questa espressione affonda le sue radici nel latino “rasus” (sfiorato), passando attraverso il francese “ratache” (strofinare). Una storia linguistica che attraversa l’Europa per approdare nei bassi napoletani.
Ma chi è veramente il “rattuso”? È il cinquantenne che si vanta di improbabili conquiste, l’anziano dagli sguardi insistenti, il molestatore dei mezzi pubblici. La lingua napoletana, con la sua proverbiale capacità di sintesi, ha creato persino il diminutivo “rattusiello” per i più giovani che mostrano queste tendenze.
La cultura popolare napoletana ci regala una storia emblematica: Don Vincenzo, 93 anni e quattro mogli alle spalle, si vanta col medico di aver messo incinta la badante ventunenne. Il dottore, invece di rimproverarlo, gli racconta di un cacciatore che uscì con l’ombrello invece del fucile. Trovandosi faccia a faccia con un lupo, puntò l’ombrello e l’animale cadde morto. “Qualcun altro deve aver sparato!”, esclama il vecchio. “È esattamente quello che sto cercando di spiegarvi!”, conclude saggiamente il medico.
La morale, espressa nel più puro spirito partenopeo, chiude il cerchio: “Ad una certa età è meglio che ‘nce ammesuramme a palla!” (è meglio misurarsi con la realtà).
Oggi, mentre i giovani creator napoletani portano questa espressione alla ribalta dei social media, il “rattuso” diventa simbolo di una lingua capace di fotografare vizi e debolezze umane con un solo, intraducibile termine.